Il bastone bianco lungo, simbolo della cecità ed ausilio di mobilità

di Corrado Bortolin e Giovanni Bosco Vitiello – Istruttori di orientamento e mobilità

Istruzioni semplici per usare il bastone bianco lungo
Le tecniche d’uso del bastone bianco lungo per la mobilità sono argomento specifico dei corsi riabilitativi di Orientamento e Mobilità per persone con deficit visivo e si inquadrano in un articolato programma individualizzato che tiene conto di variabili soggettive ed oggettive. Qui ci interessa evidenziare esclusivamente alcuni principi che consentano un uso che, sebbene intuitivo, sia corretto, funzionale ed efficace.
Il bastone ha il compito di effettuare una ricognizione del piano di calpestio per un’ampiezza sufficiente al transito della persona e con una profondità che – in quanto spazio di reazione – sia proporzionale alla velocità.

• La punta del bastone deve rimanere quanto più possibile a contatto con il suolo.
• Il bastone esplora lo spazio antistante la persona.
• L’ampiezza dell’esplorazione ha come riferimento la larghezza delle spalle più qualche centimetro per non strisciare contro gli oggetti.
• La profondità di esplorazione deve essere tale che la punta del bastone deve stare avanti per un passo abbondante in modo che se questa intercetta un oggetto la persona abbia il tempo e lo spazio per fermarsi senza entrare in collisione con esso.
Se vengono rispettati questi parametri elementari il bastone è in grado di intercettare con la punta o con l’asta gli oggetti che hanno la loro base a terra ed evidenzia variazioni di quota della superficie (dislivelli).
Rilevate queste due grandi categorie di input il non vedente ha la possibilità di reagire prontamente (per es. fermarsi ad un dislivello) e di mettere in atto comportamenti di avvicinamento se è interessato a quanto ha intercettato e/o di evitamento come nel caso voglia aggirare un ostacolo.
Per tutte queste ragioni la punta del bastone deve rimanere rasente al suolo o strisciare a terra nel caso in cui si utilizzi un bastone con punta roller.
Il bastone va impugnato – nel più semplice dei modi – in maniera che il dito indice sia disteso lungo la parte piatta dell’impugnatura o semplicemente del manico (non tutti i bastoni hanno la parte piatta) ed indichi verso terra un punto davanti alla persona.
Nella tecnica più evoluta e funzionale, un movimento ritmico e pendolare per un’ampiezza di pochi centimetri maggiore della larghezza delle proprie spalle consente una deambulazione coordinata, fluida e nello stesso tempo di rilevare le strutture o le variabili che si collocano nello spazio di deambulazione.
Posto sempre davanti a noi il bastone ci aiuta anche nel salire e nello scendere i gradini senza dover necessariamente usare i corrimano (che nei luoghi pubblici non sono mai il massimo dell’igiene) così come ci facilita l’individuazione delle maniglie.
Sono piccoli gesti che diventano automatici che consentono di toccare e riconoscere le cose senza dover necessariamente usare le mani.
Il buon senso risulta un sano ingrediente per tutte le occasioni al fine di prevenire situazioni imbarazzanti e spiacevoli. Ciò che diremo ha quindi il carattere dell’ovvietà, ma preferiamo essere giudicati banali piuttosto che rimproverati di omissione.
Quando si apre, si chiude o comunque si maneggia un bastone (per esempio per sostituirne una parte) bisogna eseguire le operazioni con accortezza di modo che il bastone rimanga sempre sull’asse verticale occupato dal nostro corpo e non diventi una sbarra orizzontale che si cala sulla testa altrui.
Non si usa il bastone per indicare cose o luoghi altrimenti diventa una specie di spada.
Se siamo fermi in attesa o in pausa la punta deve rimanere vicina ai nostri piedi (meglio se bloccata tra i nostri piedi).
La mano non va inserita nell’elastico, che spesso si trova nella sommità dell’impugnatura, al fine di evitare che in caso di “incidente” chi lo usa subisca uno strappo al polso. Sebbene sconveniente è meglio abbandonare il bastone al suo destino e salvaguardare la propria incolumità. Trovarsi con il bastone in mano, ma con la mano fratturata serve a poco o a nulla.
Potenzialità e limiti del bastone bianco
Il bastone ha il compito di evidenziare l’esistenza di cose, persone e/o strutture collocate nella propria traiettoria di marcia. Colpendoli il bastone ne mette in evidenza l’ubicazione e la natura. Quando il bastone intercetta qualcosa l’oggetto colpito emette un suono che è funzione delle sue caratteristiche costruttive, dei materiali, dei volumi, ecc. e ciò aiuta ad identificare acusticamente di quale oggetto con molta probabilità si tratti (palo della luce, cassonetto della spazzatura, albero, automobile, …).
Un oggetto di metallo, di legno, pieno, vuoto ha una sua propria identità acustica. Ma anche gli spazi e gli ambienti hanno delle tonalità acustiche definite che possono essere lette ed interpretate per meglio controllare l’ambiente.
Si può dare il caso, non infrequente, che ciò che viene intercettato lungo il cammino non sia una cosa ma una persona. Ragionevolmente il bastone va utilizzato con discrezione ed in modo leggero; spesso le persone incontrate sono anziane, ci danno le spalle o semplicemente sono occupate o distratte e non hanno il tempo di lasciare libero il cammino oppure non c’è semplicemente lo spazio. Più di un bastone vale in questi casi la buona educazione e la cortesia reciproca.
Il bastone consente di discriminare differenti tipologie di pavimentazione o più in genere di piani di calpestio (che talvolta non sono pavimentati); tanto l’acustica quanto la texture (insieme delle caratteristiche della composizione della superficie) ci dicono su cosa stiamo camminando. Su questo principio si basano i percorsi dedicati.
Il bastone consente inoltre di evidenziare la presenza di variazioni di quota sia superiori che inferiori a quella del piano di calpestio (gradini in su e in giù). Questi sono tanto più evidenti quanto più la punta è rasente al suolo.
Con il bastone lungo utilizzato in tecnica pendolare si verifica lo stato dello spazio di deambulazione e nello stesso tempo si può seguire una linea guida naturale (cioè presente nell’ambiente) che può essere un cordolo, un muro o un margine paralleli alla nostra direzione di marcia.
Da quanto detto fino ad ora è evidente che i punti di forza e di debolezza del bastone sono legati alla terra.
Se la superficie è sconnessa o semplicemente vengono utilizzate pavimentazioni come l’acciottolato, se i marciapiedi sono terra di nessuno in cui mettere tutto ciò che non si sa dove e come mettere (per pubblico servizio? Per decoro?) o diventano una colonia espansa della carreggiata e del parcheggio allora il camminare con il bastone si fa avventuroso e faticoso.
Se una cosa è infissa in terra e ha la parte superiore delle stesse dimensioni di quella inferiore allora è un oggetto ragionevolmente intercettabile dal bastone, ma se la parte superiore è più larga di quella inferiore oppure è un oggetto appeso allora questo sfugge ai controlli effettuati dal bastone.
Anche le buche disseminate o le foreste di pali costituiscono un campo minato nel quale è difficile districarsi.
Il bastone anche quando utilizzato nel migliore dei modi effettua una ricognizione ampia ma non totale; rimangono necessariamente dei punti oscuri connessi alla sproporzione tra la superficie della punta del bastone e lo spazio che deve essere esplorato ad una velocità direttamente proporzionale a quella di deambulazione.
Chi come dove quando perché
In questa ultima sezione cerchiamo di sintetizzare quanto abbiamo disperso nelle righe precedenti e nello stesso tempo cercheremo di lanciare dei sassolini nello stagno dell’orientamento e della mobilità. Ovviamente quelle che seguono sono solo alcune delle ragioni, ciascuno dovrà poi cercare le proprie.
• Chi usa o dovrebbe e potrebbe usare il bastone bianco lungo: gli ipovedenti e i non vedenti, maschi e femmine di ogni età che hanno voglia di muoversi in autonomia.
• Come usare il bastone bianco lungo: davanti a sé e con la punta a terra muovendolo con attenzione e discrezione per controllare cosa c’è o non c’è a terra…
• Dove usare un bastone bianco lungo: in tutti quei luoghi o itinerari in cui possono accadere cambiamenti non prevedibili; in quelli in cui si può essere maggiormente esposti a pericoli o che si conoscono poco o si frequentano di rado, ambienti non vigilati come luoghi pubblici in genere ma anche corridoi di una scuola, marciapiedi, ecc.
• Quando usare un bastone bianco lungo: quando si ritiene che il potenziale visivo non garantisca più l’incolumità (troppa luce, troppo buio, poco contrasto, …), quando si vuole stare con gli altri senza appoggiarsi a loro; quando ci si sente responsabili di noi stessi e degli altri…
• Perché usare il bastone bianco lungo: per dire agli altri che potrei anche non trovarmi nelle migliori condizioni per prevenire situazioni di pericolo e che confidiamo almeno nel loro buon senso civico; perché si vuole espandere il raggio di autonomia consapevoli delle proprie abilità, aspirazioni e necessità, perché una libertà vigilata ci è stretta …

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